Magistrati antimafia e finanziere indagati a Caltanissetta. Vicenda nebulosa

Condividi questo articolo?

La Procura aveva chiesto l’archiviazione ma pochi giorni fa il Gip ha invece deciso l’imputazione coatta per due magistrati antimafia accusati di rivelazione di segreti d’ufficio in merito alle indagini sulla cattura del super latitante Matteo Messina Denaro. Si tratta dell’ex Procuratore aggiunto alla DDA di Palermo Teresa Principato (oggi pm alla Direzione Nazionale Antimafia) e dell’ex capo della Procura di Trapani, oggi Procuratore Generale a Firenze, Marcello Viola.

Secondo quanto riportato dal quotidiano online “il Fatto nisseno” “La prima inchiesta nasce in seguito ad alcune perquisizioni nell’abitazione dell’appuntato della Guardia di Finanza in servizio presso la segreteria della Principato. Nell’ottobre 2016 le fiamme gialle indagando sul collega rilevarono un sms in cui si faceva riferimento alla consegna di una pen drive al magistrato Viola contenente “copia informatica di atti coperti da segreto investigativo” riguardante la cattura del latitante Messina Denaro. L’episodio risaliva all’ottobre 2015, un mese dopo che il finanziere era stato allontanato dagli uffici della Procura per altre ragioni. Nonostante la pen drive non sia mai stata trovata, per questo episodio Viola e il militare della Finanza sono a processo per rivelazione del segreto d’ufficio. La Procura di Caltanissetta a maggio 2018 aveva chiesto l’archiviazione dei due per “insussistenza del reato” ma adesso il gip del Tribunale nisseno ha disposto l’imputazione coatta.
Nella richiesta di archiviazione i pm Pasquale Pacifico e Claudia Pasciuti avevano scritto che è “processualmente accertato un continuo rapporto di collaborazione e di scambio di atti tra le Autorità Giudiziarie di Trapani e Palermo” aggiungendo che, nel caso dell’appuntato in servizio alla sezione di pg, “l’allontanamento era intervenuto contro la volontà della Principato e i rapporti tra i due erano rimasti sostanzialmente identici”. I pm – in seguito alla decisione del gip – entro i primi di febbraio dovranno riformulare i capi di imputazione e chiedere il rinvio a giudizio dei due imputati.
Il fascicolo di indagine sul magistrato Maria Teresa Principato è stato aperto a seguito di un interrogatorio da lei reso ai pm di Caltanissetta nell’ambito delle accuse a Viola e al finanziere. Il 9 ottobre 2017 la Principato venne ascoltata come persona informata sui fatti dal pm Pasquale Pacifico e al termine dell’interrogatorio telefonò all’appuntato della Finanza che per anni era stato applicato alla sua segreteria. “Indebitamente – hanno scritto i pm nella richiesta di rinvio a giudizio – rivelava al finanziere indagato notizie coperte dal segreto. Segnatamente riferiva all’indagato l’oggetto del procedimento penale e in particolare che lo stesso era relativo al rinvenimento nei dispositivi informatici di esso indagato di ‘dati sensibili’ concernenti l’attività lavorativa e la sfera privata della stessa”

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.